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Arpino il paese nativo di Cicerone

Video di Arpino

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Videoguide di Arpino

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Corso Tulliano e il quartiere ponte

Uscendo da piazza Municipio, percorrendo via del Liceo e svoltando a sinistra, ci immettiamo in Corso Tulliano arteria principale del centro storico. Sulla sinistra si affaccia il Palazzo Comunale e il monumento ai caduti realizzato da Domenico Mastroianni. Sulla via si possono ammirare una serie di palazzi storici, come Palazzo Quadrini- Borromeo, Palazzo Merolle Felluca, che ospita la biblioteca comunale e il museo della Liuteria, infine Palazzo Sangermano. Corso Tulliano termina con la Porta del Ponte, rifacimento nel medioevo, dell'antica porta di ingresso a sud della città. A sinistra della porta si può notare il torrione, appartenente al circuito murario a difesa di Arpino, è presente anche un'edicola con affrescato San Cristofaro.
Il nome Ponte il quartiere lo prende da un antico ponte romano non più presente, posto sul torrente Rio Vetus, chiamato anche popolarmente Rivieto. Subito dopo la porta a sinistra incontriamo un'altra pagina del libro di pietra, poco più avanti, un'ampia scalinata conduce alla chiesa di S. Antonio di Padova. Proseguendo per via Vittorio Colonna, sulla sinistra sorge un grande edificio in pietra risalente alla fine del 1800, un tempo la sede del lanificio Sangermano, oggi ospita L'albergo Cavalier D'Arpino.

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Giuseppe Cesari e il quartiere Arco

Da Piazza Municipio percorrendo Via Giuseppe Cesari, sulla sinistra giungiamo a Piazza S. Francesco Saverio Maria Bianchi. Qui è possibile ammirare la statua in bronzo dedicata al Santo, nato ad Arpino nel 1743. Dalla sua piccola balconata si può ammirare il suggestivo quartiere di Civita Falconara. Proseguendo per via Giuseppe Cesari, sulla destra si erge il palazzo settecentesco residenza dell'allora pittore Giuseppe Cesari, detto il Cavalier D'Arpino, da cui prende anche il nome questa via. Agli inizi del novecento per permettere un migliore accesso al paese, una parte del palazzo fu demolita. Proseguendo si arriva fuoriporta, dove a sinistra dalla balconata, è possibile ammirare un meraviglioso panorama sulla valle del Liri, oltre che al tracciato dell'antica Via Latina risalente al I e II secolo a. C.. Alle spalle della balconata è visibile la Chiesa della Madonna delle Grazie, dove a destra si sale fino ad arrivare alla strada che conduce all'ingresso del quartiere Arco.
Il quartiere nato al di sotto delle mura ciclopiche dell'acropoli di Civitavecchia, mantiene ancora oggi il suo aspetto medioevale con i suoi caratteristici viottoli. All'ingresso incontriamo Porta dell'Arco, per poi percorrere la via principale del quartiere, via Marco Agrippa. Sulla destra è presente Via Maiura, dove una ripida scalinata conduce fino a Via Giuseppe Cesari. Proseguendo per via Marco Agrippa, è possibile ammirare il bellissimo campanile della collegiata di S. Michele Arcangelo. Poco avanti una scalinata conduce fino a Piazza Municipio.

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Piazza municipio

Piazza Municipio rappresenta oggi il centro culturale sociale e religioso di Arpino. Sorge sull'antico Forum romano come testimonia il ritrovamento nel 2006, del tratto di un antico basolato romano. La piazza inizialmente inglobata parzialmente nel cortile del palazzo Buoncompagni, nel periodo della dominazione francese tra il 1811 e il 1814, venne rettificata e ampliata nella sua attuale struttura architettonica e urbanistica. Arrivando da via Giuseppe Cesari, sulla sinistra della piazza è ben visibile la statua in bronzo dedicato a Caio Mario. Proseguendo si erge la Collegiata di S. Michele Arcangelo, la cui facciata nelle sue linee regolari riporta alcuni elementi decorativi barocchi.
Costruita sull'area di un tempio pagano sembrerebbe dedicato ad Apollo e alle nove Muse, essendoci dietro l'altare scavate nella roccia, nove nicchie vuote. Non si conosce con precisione la sua nascita, ma dai suoi affreschi risalenti tra il 700 e 800 d.C. si riesce a comprendere la sua antichità. Danneggiata dal terremoto del 1654, la Chiesa fu restaurata e modificata successivamente fino ad avere l'aspetto attuale. Al suo interno troviamo uno stile barocco a tre navate, con cappelle laterali e volte a crociera. Sull'altare maggiore troviamo la tela del Cavalier d'Arpino, raffigurante L'Arcangelo Michele vittorioso su Lucifero, mentre sulla volta dell'abside troviamo la figura del Padre Eterno. Sempre al Cavalier D'Arpino vengono attribuite le opere Dell'Aannunciazione, Tobia e l'Angelo, Il Martirio di S. Pietro, e le 14 Stazioni della Via Crucis. Nella navata destra troviamo la Croce stazionale risalente al XIV secolo. Ancora da ammirare, è la Madonna con Bambino del pittore secentesco Dionigi Ludovisi e l'organo realizzato nel '700 ad opera di Michele Stolz, sepolto sotto l'altare del Sacro Cuore in questa Chiesa.
Sulla destra di via Giuseppe Cesari e lungo la via del Liceo, troviamo lo storico edificio che ospita il Liceo Ginnasio- Convitto Nazionale Tulliano. Celebre luogo di istruzione che è l'erede del secentesco Collegio di San Carlo e Filippo. Ha subìto negli anni diversi mutamenti, fino al 1890 quando assume l'aspetto tutt'ora esistente. Sulla facciata principale ci sono tre nicchie ovali, all'interno delle quali sono presenti i busti di Caio Mario, Marco Tullio Cicerone e Marco Vipsanio Agrippa. Al di sotto di ciascuna compare un'iscrizione latina che ne rievoca la memoria. Le iscrizioni che appaiono invece sulle finestre riportano il nome della famiglia de Theodinis, che fu proprietaria dell'edificio fino al 1629.
Sul lato dell'edificio che dà su Via Giuseppe Cesari, c'è lo stemma di Arpino e un'iscrizione latina sulla sua antica grandezza. Ogni anno Il Tulliano ospita il Certamen, manifestazione internazionale di cultura da parte di giovani liceali che si cimentano sulle opere di Cicerone. Sempre in piazza Municipio è presente il monumento in bronzo dedicato a Cicerone e il complesso architettonico ad angolo di palazzo Boncompagni. L'aspetto attuale dell'edificio è risalente ai primi dell'Ottocento, sulla facciata di sinistra si nota lo stemma della città di Arpino, sotto un'iscrizione latina dedicata a Carlo III di Borbone, in ricordo dell'operato del sovrano in favore di Arpino. Ai lati dell'iscrizione sono visibili i busti di Vittorio Emanuele II e di Giuseppe Garibaldi. Sulla facciata destra è presente una balconata, al di sotto sono visibili i busti del Cavalier d'Arpino e S. Francesco Saverio Maria Bianchi. Un tempo il palazzo era sede dell'Amministrazione Comunale.

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Via Spaccamela e il quartiere Colle

A sinistra di palazzo Boncompagni, è ben visibile la chiesa dei Santi Carlo e Filippo, la sua scalinata, resa famosa dal film Cinema Splendor girato nel 1988 dal regista Ettore Scala, con la partecipazione dei noti attori Massimo Troisi e Marcello Mastroianni. A sinistra della chiesa si percorre via Pio Spaccamela che conduce fino al quartiere Colle. Percorrendo la strada si possono notare diversi edifici di interesse storico, come Palazzo Ruggeri al civico 29, Palazzo Cardelli al civico 49, le chiese della Madonna della pietà risalente al XVI secolo e quella di San Girolamo risalente alla prima metà del settecento.
Terminata Via Spaccamela si entra nel quartiere Colle, subito a destra è visibile un antico lavatoio pubblico, mentre a sinistra è presente la Fontana di Capo di Bove, ricavata dal muro di cinta del monastero di clausura delle benedettine di Sant Andrea. Proseguendo si arriva a Piazza di Sant Andrea, dove c'è l'ingresso al monastero sulla cui facciata è presente un affresco raffigurante S. Benedetto in preghiera. Sempre in Piazza Sant Andrea si erge l'omonima Chiesa con la sua ampia scalinata.
A sinistra troviamo Via Civitavecchia, che collega il quartiere all'acropoli, durante il percorso è visibile sulla sinistra la chiesa di San Girolamo. Da piazza Sant Andrea percorrendo via Saturno, si attraversa tutto il quartiere fino a Porta di Saturno, di architettura medioevale a doppia arcata. All'esterno della porta è presente una delle pagine del Libro di pietra.

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Quartiere di Civita falconara

Da piazza Municipio, percorrendo via del Liceo si giunge al quartiere di Civita Falconara. Si notano al suo ingresso la Chiesa di Santa Croce risalente al 1600 e la Fontana dell'Aquila risalente alla seconda metà del 1600. La fontana totalmente in pietra, rappresenta il simbolo della città, composta da due torri che simboleggiano Cicerone e Caio Mario, sormontate da un'aquila. Inizialmente la fontana era collocata nel cortile di Palazzo Boncompagni, poi spostata in piazza municipio ed infine nella posizione attuale.
Il quartiere sorge su un colle con vista sulla vallata circostante, la sua struttura è prevalentemente medioevale, ma dai suoi ritrovamenti pare che qui sorgesse una parte dell'Arpino volsca. Sono ancora visibili tratti di mura poligonali percorrendo a destra dall'ingresso del quartiere, via Caio Mario. Lungo la strada incontriamo la piccola chiesa di S. Rocco costruita su un torrione, poi una pagina del Libro in pietra ed infine la piccola chiesa della Madonna di Loreto risalente al 1700 circa. Si giunge infine al Castello di Latislao eretto nel XIII secolo. Inizialmente chiamato "castrum Pescli Falconariae" assunse l'attuale denominazione dopo il soggiorno di Ladislao d'Angiò nel 1409, sovrano del regno di Napoli. Durante gli anni la sua struttura ha subìto ripetuti cambiamenti, conserva ormai pochi resti risalenti all'epoca medioevale.
Nel 1828 ospitò il grande lanificio Ciccodicola, poi successivamente fu sede dell'Istituto Tecnico industriale per Chimici, mentre attualmente è sede del museo delle opere del maestro Umberto Mastroianni. Proseguendo nella parte bassa del quartiere si giunge fino a piazza Santa Maria, dove è presente la chiesa di S. Maria di Civita con il suo bellissimo campanile risalente al 1700. Di fronte la chiesa è visibile Palazzo Quadrini, con la sua balconata e lo stemma sul portale di ingresso. A sinistra della chiesa si apre via Civita Falconara, che ci conduce fino alla fine del quartiere, durante il percorso è possibile ammirare una serie di palazzi storici, come Palazzo Battirolo, Palazzo Incagnoli, Palazzo d'Emilia Morricone e Palazzo Pesce.

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Acropoli di Civitavecchia

L'Acropoli di Civitavecchia, con le sue bellissime mura megalitiche, risale ad epoca preromana tra il VII e VI secolo avanti Cristo. La sua cinta muraria presente anche in altri borghi della Ciociaria, è composta da grandi massi, chiamati "mura ciclopiche" . Rimasta intatta nei lunghi anni, fu fortificata durante il medioevo con l'aggiunta di torrioni. Di particolare importanza è la presenza di un arco a sesto acuto, l'unico sopravvissuto nel suo genere in tutta l'area mediterranea. Trattasi di una porta scea, ovvero una porta non frontale ma laterale sinistra, come famose erano quelle dell'antica Troia. In caso di ingresso di soldati nemici nella città, lasciavano il lato destro del corpo scoperto, non essendo coperto da scudi, retti sempre con la mano sinistra.
Poco distante dall'ingresso dell'arco sesto acuto, si trova la chiesa della Santissima Trinità, edificata nel 1720 da parte del Cardinale Giuseppe Pesce, maestro e rettore della Cappella Pontificia. La chiesa si presenta In stile tardobarocco, con pianta a croce greca e internamente in parte affrescata. Di particolare rilievo nel borgo, è la chiesa dedicata a San Vito risalente al XVI secolo. Con il suo stile barocco romano, al suo interno dietro l'altare principale, è presente una tela raffigurante i santi Vito, Crescenzo e Modesto, realizzata dal Cavalier D'Arpino. Negli anni che seguirono, per l'ingresso al borgo, fu realizzata una nuova porta, tutt'ora utilizzata come ingresso principale. Alla sua sinistra si erge la maestosa " Torre di Cicerone", risalente molto probabilmente intorno al XIII secolo, residuo di un castello e riconosciuta come l'abitazione appartenente alla famiglia di Cicerone. Ristrutturata nel 2011 con le sue bellissime merlature medioevali, è possibile accedervi e godere dalla sua terrazza, di un bellissimo panorama sulla valle del Liri.

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Personaggi Arpino

Marco Tullio Cicerone è nato ad Arpino nel 106 a.C., da Helvia Cicero e Marco Tullio Cicerone il Vecchio, un'agiata famiglia dell'ordine equestre. Fu una delle figure più importanti dell'antica Roma, filosofo, avvocato, statista e oratore. Già da fanciullo si notava la sua straordinaria intelligenza, suo padre lo porto a Roma, auspicando per lui una brillante carriera forense e politica. Qui Marco venne introdotto nel circolo dei migliori oratori del suo tempo, studiò giurisprudenza e filosofia.
L'ingresso di Cicerone nella carriera forense avvenne ufficialmente nell'81 a.C., con la sua prima orazione pubblica, la Pro Quinctio. Nel 64 a.C. Cicerone venne eletto console per la prima volta. Ebbe due matrimoni, sposò Terenzia dai cui ebbe due figli, e successivamente Publilia, ma entrambe i matrimoni non ebbero un lieto fine. Durante la sua carriere florenze e politica, si scontrò spesso con personaggi illustri del momento, sopratutto contro politici corrotti, ma anche nell'ascesa al potere di Giulio Cesare, criticato da Cicerone per le sue ambizioni quasi monarchiche, contraddittorie al suo ideale repubblicano. Dopo l'assassinio di Giulio Cesare ad assumere il controllo di Roma fu Marco Antonio, che nel 43 a.C. ordinò l'assassinio di Marco Tullio Cicerone, ad opera di due sicari nei pressi del porto di Gaeta.

Caio Mario nacque nel 157 a.C. ad Arpino. Politico e militare dell'antica Roma, eletto sette volte console della repubblica romana. Proveniente da una famiglia non facente parte della nobiltà romana, seppe destreggiarsi fino ad arrivare al potere, soprattutto per le sue doti militari, fu anche questore di Arpino. Al comando dell'esercito romano, condusse numerose battaglie, le sue numerose vittorie fecero di lui un uomo ricco, la sua fama lo portò ad essere eletto console per la prima volta nel 108 a.C., approfittando anche di un'allora nobiltà corrotta e incapace. Realizzò una serie di riforme militari, tra cui quella del reclutamento dei militari romani anche dalle classi meno abbienti. I suoi ideali politici appoggiavano la plebe, ma venne in contrasto con l'aristocratico Lucio Silla, al punto che lo costrinsero all'esilio in Africa. Richiamato a Roma e rieletto per l'ultima volta, durante il suo ultimo mandato, morì alletà di 71 anni.

Marco Vipsanio Agrippa nasce ad Arpino nel 63 a.C. da una modesta famiglia equestre. Amico e coetaneo di Ottaviano, parteciparono come ufficiali di cavalleria alla battaglia di Munda nel 45 a.C.. Rientrati a Roma dopo la battaglia, Cesare adottò Ottaviano come suo erede legale. Fu politico, militare e architetto romano. Artefice di molti trionfi militari di Ottaviano, tra i più importanti si annovera la vittoria della battaglia navale di Anzio, contro le forze di Marco Antonio e Cleopatra. Nel 33 a.C. fu eletto edile, carica con cui fece uso delle suo conoscenze di architettura. Iniziò la costruzione dell'acquedotto del Serino, una delle più grandi opere architettoniche dell'intero impero romano, e il Pantheon, ricostruito successivamente sotto l'impero di Adriano. Nel 23 a.C. Agrippa fu nominato governatore in Siria, in quell'anno diventò anche genero di Augusto, sposando sua figlia Giulia maggiore. Divenne tre volte console, morì alletà di 51 anni nel marzo del 12 a.C.

Giuseppe Cesari detto il Cavalier D'Arpino, è nato il 14 febbraio del 1568 ad Arpino, da Maurizio di Polidoro pittore locale, e Giovanna Van Mander, appartenente a una famiglia nobile spagnola. Pittore dell'epoca barocca, molto attivo con la sua attività artistica soprattutto a Napoli e Roma. Si occupò anche della formazione di nuovi artisti, diventati famosi successivamente, come Guido Reni e Caravaggio. Si trasferì a Roma nel 1582, dove lavorò alla decorazione delle Logge Vaticane. Nel 1583, fu accolto nell'accademia di San Luca, lavorando successivamente nella chiesa di Trinità dei Monti e San Lorenzo in Damaso. Nel 1586 Il Cesari divenne membro della Congregazione dei Virtuosi al Pantheon. Trasferitosi a Napoli nel 1589, partecipò alla decorazione della Certosa di San Martino.
Tornato a Roma, partecipò ad affrescare la cappella Contarelli, presente nella chiesa di San Luigi dei Francesi, lasciando poi l'incarico al suo apprendista Il Caravaggio. La sua arte è rappresentata nelle più importanti opere architettoniche dell'epoca situate a Roma e Napoli. Ad Arpino si possono ammirare le sue opere nella Collegiata di S. Michele Arcangelo presente in Piazza Municipio, e nella chiesa di San Vito presente nell'Acropoli di Civitavecchia.

San Francesco Saverio Maria Bianchi è nato ad Arpino nel 1743. Formatosi nel colleggio dei Santi Carlo e Filippo, nel 1762 entrònell'ordine dei Barnabiti e diventò sacerdote. Insegnò nel collegio di Arpino per circa due anni per poi trasferirsi a Napoli dove insegnò anche all'università. L'impegno nell'attività culturale lo visse sempre in sintonia con la sua vocazione religiosa. Con il passare degli anni la sua vocazione si orientò verso il misticismo. Fu confessore di Carlo Emanuele IV di Savoia, di sua moglie Maria Clotilde e di numerosi cardinali e Vescovi. La sua fama lo portò ad essere chiamato Santo e Apostolo di Napoli. Si dice che un suo gesto di benedizione, fece fermare la lava del Vesuvio durante un'eruzione nel 1804.
Costretto a sopportare un male misterioso alle gambe, che lo costrinse negli ultimi suoi anni di vita a non poter più camminare, morì a Napoli il 31 gennaio del 1815. Fu beatificato il 22 gennaio del 1893 da Papa Leone XIII, e canonizzato il 21 ottobre del 1951 da Papa Pio XII.

Fotografie di Arpino

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Arpino nasce su un sistema collinare poco distante dal fiume Liri. Il suo nome pare le sia stato dato dalla sua forma, visto dall'alto il suo centro storico somiglia ad un'arpa. Rappresenta sicuramente uno dei borghi della Ciociaria con più storia. Non si conosce l'anno esatto della sua nascita, ma i suoi ritrovamenti storici, dimostrano le sue origini volsche. In alcuni scritti pare che la sua nascita, come quella di altre mecropoli con mura megalitiche dette città saturnie, si possa attribuire al Dio Saturno o ai Pelasgi. Fu municipio dei romani e nel 188 a.C. ottenne la cittadinanza romana.
Recenti scavi avvenuti nel 2006 hanno riportato alla luce in Piazza Municipio un tratto dell'antico basolato romano, risalente al I secolo a.C. In questo periodo, nacquero anche i suoi figli illustri, Il politico e filosofo romano Marco Tullio Cicerone, il generale politico e statista Caio Mario, e il politico militare e architetto romano Marco Agrippa. Nella Parte più alta del suo borgo sorge l'Acropoli di Civitavecchia, con le sue imponenti mura ciclopiche, che nell'alto medioevo furono centro di rifugio e difesa dalle invasioni barbariche, dei Franchi e dei Saraceni. In questi anni Arpino era contesa tra il Ducato romano e il Ducato di Benevento, intorno all'anno 1000 divenne possedimento dei Normanni, poi degli Svevi e in seguito del Papato.
Fu distrutta nel 1229 da Federico II di Svevia e nel 1252 da Corrado IV. In quest'ultima occasione vennero perdute molte delle antiche testimonianze romane. Nel periodo che va dal XVII al XVIII secolo, Arpino conobbe un grande sviluppo economico, grazie all'industria di manifatture laniere, e alle sue tecniche di lavorazione innovative. Nel 1548 Arpino entrò a far parte del Ducato di Sora, feudo facente parte del Regno di Napoli. Nel 1796 il feudo fu soppresso e Arpino rimase prima al Regno di Napoli e successivamente al Regno delle due Sicilie, fino al 1860. Sparse nel suo borgo, sono presenti le pagine del "libro di pietra", iniziativa del poeta Giuseppe Bonaviri. Le pagine contengono opere di poeti contemporanei di varia provenienza. Ogni anno ad Arpino, viene svolto il sabato e la domenica dopo ferragosto "il Gonfalone". Manifestazione folkloristica che vede coinvolti i quartieri e contrate della città, con giochi nel rispetto delle vecchie tradizioni.
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